Roma 21/10/2014
Il Master in Cultura del vino italiano,
ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche con l’attiva
collaborazione di Slow Food e la Banca del Vino si pone l’ambizioso
obiettivo di formare i wine teller ossia i nuovi ambasciatori del settore vitivinicolo del nostro Paese.
Una formula unica che nasce esclusivamente a Pollenzo: didattica in aula, uscite in vigna e cantina, incontri con i grandi nomi dell’enologia italiana e internazionale, della cultura, dell’agronomia. Per pensare il vino nella sua complessità storica, culturale e ambientale.
Una formula unica che nasce esclusivamente a Pollenzo: didattica in aula, uscite in vigna e cantina, incontri con i grandi nomi dell’enologia italiana e internazionale, della cultura, dell’agronomia. Per pensare il vino nella sua complessità storica, culturale e ambientale.
Il corso inizierà il 14 gennaio per concludersi il 18 dicembre 2015.
Chi è e cosa fa il wine teller?
È una nuova figura professionale che
l’UNISG ha individuato grazie al confronto con numerosi produttori
vitivinicoli, i quali hanno evidenziato, ad oggi, la necessità di
profili di questo genere nell’ambito della promozione del vino italiano.
È un esperto che sa trasmettere e comunicare anni di tradizione enologica e vitivinicola, nonché di arte, storia, antropologia ed estetica dell’Italia tramite e grazie al vino.
È un esperto che sa trasmettere e comunicare anni di tradizione enologica e vitivinicola, nonché di arte, storia, antropologia ed estetica dell’Italia tramite e grazie al vino.
Come funziona il Master?
Economisti, sociologi, giuristi,
provenienti da differenti atenei, si uniranno ai docenti di Pollenzo:
tra loro, Tiziano Tempesta, Gianluca Colombo e Roberta Sassatelli.
Secondo la tradizione dell’Università di Scienze Gastronomiche, la teoria sarà con regolarità sposata alla prassi. L’attività in aula è completata da uscite periodiche degli studenti per partecipare – in vigna e cantina – direttamente ai lavori con alcuni dei più grandi produttori piemontesi: Aziende Vitivinicole Ceretto, Fontanafredda, Cantine Borgogno, Azienda Agricola Conterno e Fantino, Contratto, La Spinetta.
Secondo la tradizione dell’Università di Scienze Gastronomiche, la teoria sarà con regolarità sposata alla prassi. L’attività in aula è completata da uscite periodiche degli studenti per partecipare – in vigna e cantina – direttamente ai lavori con alcuni dei più grandi produttori piemontesi: Aziende Vitivinicole Ceretto, Fontanafredda, Cantine Borgogno, Azienda Agricola Conterno e Fantino, Contratto, La Spinetta.
Il programma prevede anche 3 viaggi didattici della durata di una settimana per permettere ai partecipanti di visitare ed approfondire alcuni dei terroir più significativi dell’Italia settentrionale, centrale e meridionale.
L’anno di corso inizia a gennaio, tempo della potatura invernale, e si conclude a dicembre, a vinificazione conclusa, con un periodo di tirocinio formativo finale.
L’anno di corso inizia a gennaio, tempo della potatura invernale, e si conclude a dicembre, a vinificazione conclusa, con un periodo di tirocinio formativo finale.
Inoltre: testimonianze eterogenee
dal mondo dell’enologia, con agronomi impegnati da anni a sviluppare
modalità spesso originali di cura e gestione del vigneto, botanici ed
ecologi, storici dell’arte e filosofi, geografi, sociologi, antropologi,
nonché esperti di legislazione tra i quali: Marco Simonit, Beppe
Caviola, Maurizio Gily, Jacky Rigaux, Claude e Lydia Bourguignon,
Philippe Daverio, Vittorio Portinari, Armando Castagno, Richard
Baudains.
E ancora: incontri con
personalità della scena enoica italiana e internazionale del calibro di
Anselme Selosse, Giuseppe Mazzacollin, Enzo Ercolino, Alessio Planeta,
Giovanna Rivetti, Guido Fantino, Pierluigi Zamò, grazie ad un fitto
programma di didattica integrativa.